SETE
Luciano Sozio

La sete inizia dove finisce l’acqua.
L’arte può denunciare un disagio, può contestare logiche di potere e manifestare il dissenso. L’opera SETE mette in scena la pulsione naturale e la condizione primordiale che ci spinge come rabdomanti alla ricerca dell’acqua, del sapere, del divino, della vita. L’artista si è messo in dialogo con gli abitanti di Maranola, ha bussato alle loro case chiedendo un bicchiere d’acqua - quello che non si nega a nessuno. I bicchieri così raccolti dalle famiglie maranolesi sono stati collocati nello spazio ormai vuoto di quella che è stata una delle ultime alimentari del paese.
Stupisce il numero dei bicchieri, che riempiono la vista, ma sono vuoti come bocche aperte e tese verso qualcosa che non arriva. Su questo paesaggio acromatico, fatto di trasparenze, di vuoti, di forme, di vetro e cristallo, sorvola un aeroplanino giocattolo con ombra minacciosa. Nel suo girovagare, l’aeroplano tiene in ostaggio una goccia che non toccherà mai i bicchieri.
La distribuzione “telecomandata” dell’acqua, è uno dei problemi del territorio sud-pontino, che ha sofferto la siccità del 2017 a causa sopratutto di una cattiva gestione del bene pubblico. E mentre aumentano i dividendi delle aziende che gestiscono privatamente l’acqua di tutto il mondo, diminuisce l’acqua nei nostri bicchieri. Non c’è più goccia che faccia traboccare il vaso.

 

Opera realizzata in collaborazione con

www.lucianosozio.com
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