Il suono, come l’acqua, è capace di prendere la forma di ciò che lo contiene, pronto ad adattarsi a tutto e trasformarsi. Il suono, come l’acqua, può inondare uno spazio e riempirlo, rimbalzando da una parete all’altra. Il suono, come l’acqua, è fatto di onde, ampiezze e curve sinusoidali nella sua rappresentazione grafica. Su questa similitudine insiste il doppio progetto di Alexey Grachev e Sergei Komarov, artisti del suono e ingegneri.
“Campo lontano” è un'installazione sonora a sei canali che percorre un vicolo lungo 25 metri e accompagna i passi dei visitatori. Il suono del mare nel golfo di Gaeta viene riportato a Maranola ed elaborato elettronicamente fino a diventare astratto rumore bianco, irreale eppure simile ad un monotono e caotico mare in tempesta. L’installazione culmina in una performance dal vivo, che si consuma nello spazio interno di un cortile, dove si chiede intimità e concentrazione dell’ascolto. “Soggettivazione del suono” è una performance la cui partitura cambia a seconda del contesto e i cui strumenti sono software e sintetizzatori analogici costruiti dagli stessi artisti. La sintesi elettronica dà forma ad una musica dal suono liquido, cangiante e artificiale.