La ricerca artistica di Cecilia Viganò è caleidoscopica così come la sua personalità. Il suo è un universo sfaccettato da cui salpare verso molteplici approdi. Fra questi, il disegno rappresenta senza dubbio fil rouge, suo mezzo di parola e di espressione privilegiato.
Durante le serate del Festival Cecilia Viganò ha dato vita e ha fatto muovere nella realtà fili, ricami, ampolle leggere e liquidi colorati. Su di un tavolino alchemico, tracce luminose e iridescenti si sono travestite da "stellieri" e alberi.
Lo stupore generato dalla performance è stato dettato dall'imprevedibilità dell'improvvisazione, consentendo all'artista di accendere storie visive e visionarie, dissolvenze dove ogni elemento incrocia e abbraccia l'altro. Nelle proiezioni oniriche sono nati "di segni" sempre nuovi che hanno dialogato con la naturale propensione di Maranola a condividere storie.
Cecilia Viganò: Seminaria sogninterra è famiglia, è storie da raccontare e portare fuori, pietre che riparano dal sole, persone-porta che ti invitano ad entrare; è un punto di vista privilegiato.