Fin dal primo intervento, Gianni Piacentini è stato chiaro e preciso nel ricordare ai visitatori che stavano entrando in una dimensione altra, onirica e immaginifica.
Varcata la soglia dell’arco, unico ingresso al borgo, uno striscione dalla doppia faccia, ha scandito l’inizio del sogno e il risveglio del visitatore, augurando “Buongiorno ai suonatori” per chi usciva e “Buonanotte dai sognatori” per chi entrava.
Ai sognatori sono stati dedicati gli altri due interventi successivi: TUTTI BENINI e SOGNO DI SOGNO, due lavori di figurazione che si sono inseriti nel percorso espositivo con delicata forza rappresentativa. Due opere che sono scaturite dall’atto del collezionare, raccogliere frammenti di sogno nel quotidiano e rimodularne il significato.
Così SOGNO DI SOGNO è una sorta di fumetto disegnato raccogliendo libri le cui copertine raffigurano volti dormienti, mentre TUTTI BENINI, attingendo a piene mani dalla tradizione sacra del presepe, ne deduce uno dei classici personaggi: il contadino dormiente, il Benino, appunto, che nell’opera di Gianni si clona all’infinito, assumendo in sogno la responsabilità della narrazione. Ecco che Gianni ha messo tutti a dormire, e in queste due azioni poetiche di raccolta e catalogazione, ha lasciato che i sogni si moltiplicassero, uno dentro l’altro, proprio come nella mente dei dormienti.