MARCO DI GIOVANNI
"LORD JIM"
LORD JIM si staglia su Piazza Ricca come la ciminiera di una nave fantasma, approdata a Maranola in occasione di SEMINARIA.
La grande terrazza da cui i maranolesi guardano il golfo di Gaeta, si trasforma così in un porto, in cui si allaccia la loro relazione col mare, guardato sempre a distanza, con le spalle protette dalla montagna, con negli occhi il blu.
Incastonate nell’imponente tubo di ferro (materiale caro a Marco Di Giovanni, che lo raccoglie dalle discariche e lo rielabora) ci sono due lenti ottiche, che capovolgono tutto quello che inquadrano. Scultura e dispositivo di visione, Lord Jim, come un occhio che include ed esclude tutto dalla sua successione di piani, punta da un lato su Gaeta e dall’altro sulle case arroccate di Maranola, mettendo a testa in giù la nostra realtà. Una doppia prospettiva che mira a creare un dialogo tra il vicino e il lontano, invitando il pubblico ad uno sforzo interattivo, per focalizzare l’attenzione su ciò che lo sguardo comune distratto dimentica.
"SENZA TITOLO"

Una delle passioni di Marco Di Giovanni è “murare” le persone, ma non è una pratica di spietato sadismo, nonostante la stazza dell’artista possa incutere timore. Piuttosto, le persone da lui rinchiuse nelle sue sculture, cisterne o ambienti, sono i “materiali” di alcune sue opere. Figure ammalianti e sensuali possono essere osservate e possono a loro volta osservare, attraverso spioncini che mettono in dialogo il dentro e il fuori, capovolgendo la visione.
Così per Seminaria sogninterra, ispirato dai racconti di streghe e miti del territorio, Marco ha rinchiuso tre belle Janare nella stessa cantina che nell’edizione precedente era stata destinata alla Janara graffiata sul muro di Christian Ghisellini (tra l’altro, caro amico di Marco).
Visioni delicate e sensibili hanno ammaliato e turbato il pubblico, non più sicuro di cosa fosse reale e cosa no. Come sempre, infatti, il lavoro di Marco ha minato, attraverso i suoi dispositivi, le nostre certezze sui concetti di realtà e finzione.
Giocando sull’innato voyeurismo dell’osservatore classico, Marco ci ha proposto uno schema di fruizione diverso, attraverso uno schermo a doppia entrata, che risponde alla nostra curiosità e interagisce, facendo dell’osservatore l’oggetto e il soggetto al tempo stesso.

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