La grande installazione SENZA TITOLO di Ivan Barlafante, collocata all’interno di un cortile buio ha ipnotizzato i visitatori sintonizzandoli lungo i bordi, sulle vibrazioni sorde dell’acqua e sugli effetti volumetrici della luce.
L’acqua in particolar modo si è connotata di una valenza quasi ultraterrena divenendo elemento alchemico che scorrendo ha generato trasformazioni. L’opera si è caricata dell’energia dell’ambiente circostante e con esso ha dialogato, liberando geometrie chiuse nello spazio di osservazione. Quello che si è stabilito è stato un rapporto di immersione e non di presa panottica, uno sguardo in movimento grazie al quale il caos è divenuto ordine e significato.
Le traiettorie disegnate lungo la superificie hanno guidato i pensieri e l’emozione verso una meta invisibile, situata fuori-campo, nell’incanto del mondo e nella fragilità dell'uomo e del rapporto che questo instaura con la natura.