ROCCO LOMBARDI
Rocco Lombardi è nato a Formia nel 1973. Ha compiuto studi tecnici e, dopo un passato da writer e fumettista, si dedica ora all’illustrazione, concentrando da tempo la sua produzione sui temi cruciali del paesaggio e dei regni della natura. I suoi lavori, eseguiti con tecniche di incisione e stampa artigianali, sono apparsi in numerose pubblicazioni in Italia e all’estero, su copertine di dischi e poster per gruppi della scena indipendente. Tra le sue pubblicazioni Annetta (NPE, 2009); Alberico (Giuda Edizioni, 2009); Campana, con Simone Lucciola (Giuda Edizioni, 2012); FieraNera (BluGallery, 2014); L’argine, con Marina Girardi (BeccoGiallo, 2016). Vive e lavora nell’Appennino Bolognese, dove nutre ogni giorno il suo sguardo e dove terre, acque e cielo riescono ancora a far breccia nell’anima.
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
Il passato vive sotto forma di una malinconia da elaborare costantemente, così qualcosa si sedimenta
sempre nel lavoro che vuole proiettarsi nel futuro, la decifrazione di questo passato non è mai
immediata. Direi quindi che il passato c’è sempre anche quando non si vorrebbe considerarlo.
Quali sono gli elementi su cui vorresti/e lavorare ancora?
Una conoscenza approfondita dell’anatomia di alcuni animali per entrarci dentro.
Raccontami di più dell’opera per Seminaria.
Ci sto lavorando, sto cercando un soggetto che metta insieme il supporto, il contesto, è una traccia della persona a cui il lavoro sarà dedicato.
Un progetto che non hai potuto realizzare, ma che ti piacerebbe fare?
Un libro illustrato senza parole sul Fiume.
Spesso nelle tue tavole la ricchezza dell’illustrazione ben si sposa con la ricchezza e la complessità di un tema a te molto caro, quello della natura. È un gesto di corrispondenza voluto nel tuo modo di
disegnare?
Quella ricchezza mi appare sempre molto difficile da ritrarre, voler entrare nel dettaglio diventa alle volte un labirinto da cui fuggo proiettandomi verso l’alto, tenere insieme la complessità anche resta una pratica che per inseguirla richiede molta fatica, spesso cerco di avere meno elementi possibili e che in quel poco si concentri tutta la forza dell’immagine e della sua sorgente.