La ricerca sullo spazio può seguire un filo che segmenta la realtà e congiunge punti invisibili tracciando nuove coordinate. Su questo principio si basa il lavoro artistico di Giacomo Lion, che per Seminaria ha realizzato la sua più grande scultura effimera: una geometria quasi aliena che in una griglia tridimensionale si relaziona metaforicamente a matematica, scienza e tecnologia, e che sembra uscita direttamente dal salvaschermo del nostro computer per inserirsi nella realtà e aumentarla.
Il grande solido geometrico esce dal virtuale per irrompere nello spazio reale e fisico del borgo, ad evidenziare un luogo di passaggio in una vertigine di visione che sconvolge le prospettive.