Uno stato di fatto di imbambolamento generalizzato, atteggiamento costante ed inconsapevole che introduce alla vera metafora: “Si beve tutto ciò che si scrive”. Il luogo comune è rassicurante, di facile comprensione, dolce e potente narcotico del pensiero individuale che si lascia annullare nelle globali superficialità. La riflessione ironica nasconde una denuncia agli automatismi mediatici che non ci permettono di cogliere le manipolazioni alle quali siamo sottoposti.
Gino Sabatini Odoardi nasce a Pescara 1968 dove vive e lavora. Artista poliedrico con solidi riferimenti all’arte concettuale, si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Durante gli studi accademici determinanti sono stati gli incontri con Fabio Mauri, docente di Estetica (con il quale è stato performer in “Che cosa è il fascismo” nel 1997 alla Kunsthalle di Klagenfurt in Austria e successivamente assistente) e con Jannis Kounellis di cui è stato allievo nel 1998 all’Aquila nell’ambito del Seminario-Laboratorio curato da Sergio Risaliti.
Ha al suo attivo numerose mostre importanti, personali e collettive. Nel 2011 è stato invitato alla 54. Biennale di Venezia (Venezia). Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) “Le prix des Jeunes Createurs” all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.