Marina Paris chiude un passaggio mostrando un'idea video, un'invasione come un continuo sottendere e giocare con l'interno di ogni interno, passaggi aperture, rifrazioni; l'immagine si districa e interseca fin quasi allo zen del significato. L'idea di porta, portare chiudere aprire, si mostra quasi invasiva, non accoglie come materna divagazione, talvolta ostruisce come sentimentale esclusione. Un lavoro sulla mente e sulla percezione di ogni parete e attraversamento.
Marina Paris è nata a Sassoferrato nel 1965, vive e lavora a Roma. Ha orientato la sua ricerca sulla persistenza dei ricordi e la loro mutevolezza, formalizzata attraverso l’uso di varie tecniche quali la fotografia, il disegno e l’installazione. Recentemente si è interessata in particolare a quelli che vengono definiti “non luoghi”: comuni spazi di attraversamento come scuole, ospedali, stazioni, sale d’aspetto e corridoi radicati nella memoria collettiva. La ricerca dell’artista mira a mettere in evidenza l’inquietante standardizzazione che annebbia i caratteri delle consuete funzioni d’uso.
Alcune tra le sue mostre recenti più importanti sono: 62+3 nel 2013 alla Galleria nazione d’arte moderna (Roma) e Ritratto di una città#2. Arte a Roma 1960-2001 al Museo MACRO (Roma); nel 2012 In water, I understand, evento collaterale della XV Quadriennale d’Arte (Venezia); Other Spaces / Other Chances al Musée d’Art Moderne (Saint-Étienne) nel 2010.