Metti una sera, anzi tre, d’estate, in cui è piacevole sedersi sul terrazzo e fare due chiacchiere con i vicini di casa a parlar di chi guarda e passa.
In molti paesi questa è una consuetudine, il sipario del CINEMA ALL'APERTO non si abbassa mai. Ribaltando l'ottica prospettica del mormorio che non può essere udito, Chiara Mu ha “spiazzato” tutti e ha invertito con leggerezza le buone maniere del vivere sociale. La provocazione è stata la magia di trasformare un piccolo slargo in una grande piazza in cui confabulare a tutte le età. Lo sguardo giudicante, privo di parole, è diventato un commento ironico ed innocente, perchè espresso ad alta voce dall'infanzia.
Ad essere affacciati per godersi lo spettacolo sgranocchiando pop corn, muniti di occhialetti 3D erano infatti i bambini che, sempre seguiti dall’artista, si sono sentiti liberi di esprimersi con sincerità. A loro solo è stato concesso commentare e canzonare chiunque abbia percorso i sogninterra di SEMINARIA.
"...era la corsa verso il fuori, unico sbocco del paese sul giardino diroccato che simulava la campagna aperta. Il buio e poi l'uscita, le rincorse, i giochi selvaggi, frecce con raggi d'ombrelli e le punte con tappi di bottiglia appiattiti..."
Un luogo celato allo sguardo dove abita il ricordo.
Delimitato da una porta, al cui esterno si sono udite grida apparentemente drammatiche, un tunnel, valico dimensionale che congelava un istante di quaranta anni addietro.
Cinque paia di scarpine da bambino che il tempo ha logorato e arrestato nel momento in cui la corsa sfrenata aveva già avuto inizio. L'uscita aveva i contorni sfocati dalla luce delle lanterne, come a rendere inaccessibile la campagna e la libertà di allora.
L'istallazione di Chiara Mu è una dedica all’infanzia dei maranolesi, unici referenti del processo creativo. Così costoro hanno avuto la possibilità di rivivere i giochi sfrenati e le corse a perdifiato d'un tempo in uno spazio già fortemente caratterizzato, ma chiuso da oltre dieci anni. La narrazione consegna la memoria storica all'artista che l'ha rielaborata restituendone infinite da rivivere, dal di dentro.