ANTONIO PALMA
Antonio Palma è nato a Noto (SR) il 15 Agosto del 1984.
Nel 2007 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, per poi proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dopo aver partecipato a mostre collettive in luoghi espositivi e gallerie d’arte a Gaeta, Milano e Roma, ha iniziato dal 2008 a collaborare come illustratore con la casa editrice romana Eura Edizioni. Nel 2009 lavora come disegnatore ed illustratore con la parigina Delcourt Editions per cui realizza tre progetti editoriali, fino al 2014.
Dal 2015 iniziano collaborazioni professionali come illustatore con alcune produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali, tra cui il documentario “Cinecittà-Babilonia” , realizzato da Istituto Luce Cinecittà e diretto da M. Spagnoli e il film Youtopia di Berardo Carboni; con la società romana Light & Color collabora come storyboardista e concept artist.
Nel 2016 inizia a lavorare per Glenat Editions ai disegni di un volume a fumetti sulla vita di Alessandro Magno; per lo stesso editore ha realizzato recentemente un altro albo storico di prossima pubblicazione.
Dal 2022 è impegnato come illustratore ai disegni di un libro-fumetto sulla vita di Giacomo Matteotti e alla realizzazione di una graphic novel con la francese Les Sculpteurs des bulles.
Vive e lavora tra Gaeta e Roma.
TITOLO PROGETTO PER SEMINARIASOGNINTERRA23
EMME
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
Il passato offre una duplice spinta a tutto ciò che è costruzione o comprensione in divenire: è sia banco di prova esperienziale e conoscenza, che modello da superare. Credo che, escludendo il passato dalla nostra attenzione, il presente rischia di non rinnovarsi e realizza pigramente futuri molto poco originali.
Quali sono gli elementi su cui vorresti/e lavorare ancora?
Sicuramente sperimenteró altri tentativi espressivi per rappresentare la coesistenza armonica di diversi punti di vista.
Raccontami di più dell’opera per Seminaria.
Si tratta di un processo in cinque atti: l’immagine si costruisce tramite una successione di piani, partendo dal piano più vicino all’osservatore. Tuttavia i vari piani sono prospetticamente incoerenti, descritti da angolazioni diverse. Solo la luce e la palette dei colori uniformano l’ambiente grazie a un’illuminazione coerente.
Un progetto che non hai potuto realizzare, ma che ti piacerebbe fare?
Ho molti progetti narrativi e pittorici chiusi nel cassetto: non credo troverò pace finché non ne avrò realizzata almeno la metà. Una personale di ritratti è indubbiamente tra questi.
Le tue illustrazioni spesso sembrano la stratificazione di linguaggi diversi (pittura, fotografia, cinema). Dal punto di vista compositivo come costruisci l’immagine?
La fotografia spesso sostiene il mio stile più iperrealistico: i dettagli, i particolari comportamenti della luce, gli elementi sconosciuti o mai disegnati devono sempre essere a disposizione sul tavolo da disegno, se voglio arrivare a descrivere le cose in un certo modo. Il cinema invece, quando non è esempio e cultura di arte sequenziale, è un formidabile e variopinto archivio di palette-colore e atmosfere cromatiche. La pittura è il primo amore; oltre a ciò che ha naturalmente trasmesso alla fotografia prima e al cinema poi, la pittura è cultura del segno, è sintesi dell’espressione e del pensiero, è veicolo di emozione. Un continuo apprendimento di nuove sensibilità e bellezza.